Cultura e società

Viva l’epoca della riproducibilità tecnica!

La British Library di Londra mi scrive (traduco):

Caro Claudio,

negli ultimi anni, molti utenti delle Sale di lettura ci hanno chiesto di introdurre un sistema di fotografia self-service, in modo che i lettori possano usare i loro strumenti per fotografare oggetti utili alle loro ricerche. Siamo lieti di annunciare che il sistema attuale di fotocopiatura self-service verrà esteso alla fotografia. Le nuove norme entreranno in vigore a partire dal 5 gennaio 2015 nelle seguenti Sale di lettura…

Segue l’elenco delle sale di lettura della British Library (quasi tutte) nelle quali ogni lettore potrà fotografare – con la propria macchina fotografica, o con un tablet, o con un cellulare – i documenti che gli occorrono, naturalmente sempre nel rispetto delle leggi sul copyright, e sempre sotto il controllo dello staff della biblioteca (è chiaro che non tutti i documenti possono essere fotografati).

Perché la British Library fa una cosa del genere? Perché vuole rendere il lavoro dei tanti studiosi che la frequentano più facile e più veloce, e perché sa bene che i pochi cents che possono derivare dalle riproduzioni a pagamento non hanno alcuna reale incidenza sul bilancio della biblioteca.

Proposte analoghe sono state fatte, in Italia, negli ultimi mesi, con appelli ai Ministri dei Beni Culturali e articoli su giornali e riviste (ricordo quelli di Andrea Brugnoli e Stefano Gardini su Roars, di Mirco Modolo sul Giornale dell’Arte: si trovano anche nel mio blog). Proposte accolte in un primo momento dal Ministro Franceschini nel decreto ArtBonus, ma poi respinte attraverso un davvero poco motivato emendamento alla Camera.

Si può chiedere adesso ai responsabili del nostro Ministero, al nostro Ministro, di fare pari pari quello che hanno fatto alla British Library (e magari in questo modo così umano: Caro Claudio…)? Non costa quasi niente (e anzi sospetto che la gestione, economica e umana, di questi piccoli introiti rappresenti essa stessa un costo che converrebbe tagliare), facilita il lavoro a chi studia, avvicina il livello delle biblioteche italiane a quello delle migliori biblioteche straniere.

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