Filologia

Leggere i trovatori oggi (e domani?)

Questo è un saggio di Pietro Beltrami sui trovatori e sul senso che ha leggerli, oggi. Il saggio è stato pubblicato in francese in “L’Occitanie invitée de l’Euregio. Liè­ge 1981 – Aix-la-Chapelle 2008: Bilan et perspectives”, Actes du Neuvième Congrès International de l’Association Internationale d’Études Occitanes, Aix-la-Chapelle, 24-31 août 2008, éd. par An­gelica Rieger avec la collaboration de Domergue Sumien, Aachen, Shaker Verlag, 2011, pp. 101-120.

Al congresso del 1999 dell’Association Internationale d’Études Occitanes, Wil­liam Paden, aprendo la sua conferenza sullo Stato attuale degli studi sui trovato­ri, ha posto l’accento sulla crescita del numero dei contributi, tale da non permet­tere più di dominare le ricerche pubblicate come si poteva fare un tempo; ciò pe­raltro non gli ha impedito di disegnare un quadro molto brillante delle grandi linee degli studi recenti sui trovatori, orientato secondo la sua prospettiva personale. A distanza di un decennio, le pubblicazioni si sono fatte ancora più numerose, e non mi avventurerò in una rassegna bibliografica: intendo piuttosto presentare qualche riflessione sommaria su alcuni punti importanti. Un primo punto è la crescita im­ponente delle risorse informatiche, e il passaggio a cui si assiste oggi dal libro alla rete Internet: questo ci induce a riflettere nuovamente sul passaggio dalla poesia cantata al libro manoscritto che si è verificato nel corso del secolo XIII. Un secon­do punto è il carattere collettivo delle antiche antologie manoscritte, i canzonieri, che però non deve far mettere in secondo piano l’individualità dei poeti. Infine, farò qualche osservazione sull’interpretazione della poesia dei trovatori e sulle edizioni.

Scarica il saggio completo [PDF]:
Leggere i trovatori

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